Dossier Roma

Un simbolo decaduto

Il dossier su Roma è stato esaminato dal ministro degli Interni Angeli Alfano il quale è rimasto impressionato dalla divergenza di giudizio della commissione istituita dall’ex prefetto Pecoraro rispetto alla relazione Gabrielli. In quest’ultima viene sottolineata la “pesante infiltrazione” nella giunta guidata da Gianni Alemanno rispetto ad una minore influenza mafiosa in quella Marino, per quanto la situazione rimanesse comunque “molto grave” soprattutto per quanto riguarda i mancati controlli in alcuni settori fondamentali per il funzionamento della città. Per la commissione insediata dall’ex prefetto Pecoraro invece il Campidoglio viene considerato ancora “pesantemente condizionato”. Per quanto Gabrielli abbia dedicato una parte della sua relazione a quella “discontinuità” tra le due giunte, Alemanno è indagato per associazione mafiosa mentre Marino a tutt’oggi non è stato coinvolto nell’inchiesta, la commissione ritiene che Marino in alcuni casi non si sia reso conto di quanto stava accadendo all’interno del Campidoglio, quando non ha proprio sottovalutato il problema e le conseguenze sull’affidamento degli appalti e sulla gestione della macchina amministrativa. Lo stesso procuratore di Roma Giuseppe Pignatone nel corso nel comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza presieduto da Gabrielli aveva ritenuto i tentativi di Marino di sottrarsi all’influenza dell’organizzazione di Buzzi e Carminati “pochi e di scarsa efficacia”. Questo significa che il ministro dell’Interno opterà come necessario lo scioglimento della giunta? Temiamo proprio di no, la ragione, oltre al calcolo politico per cui anticipando il voto il Pd, suo alleato di governo, ci rimetterebbe le penne, vi è il problema del Giubileo. Roma si troverà al massimo dell’attenzione internazionale e la ricaduta per uno scioglimento sarebbe pesantissima da gestire per il governo. Federico Geremicca, che è collega bene informato, scrive su “la Stampa” di mercoledì scorso che persino il Santo padre sarebbe dispiaciuto per un abbandono del sindaco Marino. Magari Bergoglio se ne sarebbe fatta una ragione. Roma è pur sempre stato sino ad ora il simbolo della civiltà occidentale. Da questo momento è diventata quella della decadenza di questa civiltà, nonché dell’ipocrisia politica e diplomatica che la sovrintende.

Roma, 29 luglio 2015